NELLA MIA ESPERIENZA DI GINECOLOGA, QUANDO SI PARLA DI MESTRUAZIONI NOI DONNE NON ABBIAMO SFUMATURE: PASSIAMO DAL LAMENTO ALLA NOSTALGIA.
Per tutta la vita fertile ce ne lagniamo, perché sono fastidiose, se non dolorose (ma questa è un’altra storia, che merita l’attenzione del medico), ci cambiano l’umore, sono una scomodità che ci costringe a fare i conti con assorbenti, tamponi o coppette, e anche con la possibilità di macchie inopportune sui vestiti. Poi, con l’arrivo della menopausa, spesso subentra un po’ di nostalgia. Anche se si vive quel momento come una liberazione, in fondo resta un sottile rimpianto… perché si chiude un’epoca, certo, legata alla nostra gioventù. Ma anche perché, come sempre, ci si accorge del valore delle cose quando queste ci sfuggono.
Un ciclo che ci lega all’eterno
Il sangue, che è la nostra linfa vitale, con la mestruazione diventa il segno della corporeità femminile, della nostra capacità di procreare. Il nostro corpo che ogni mese sanguina ci lega all’eterno, a qualcosa che non cambia mai e si ripete uguale da millenni. In psicosomatica, la mestruazione rappresenta una sorta di offerta alla terra del dono della fertilità: scorre da noi per fonderci con il mondo. Allo stesso modo il ciclo femminile è governato da quello lunare, in armonia con i ritmi naturali delle maree.
Il sangue mestruale ci rassicura
Questo significato profondo spiega perché non sia così facile rinunciare alla mestruazione. Molte pillole anticoncezionali, per esempio, eliminano del tutto la pausa che rende possibile il sanguinamento (la finta mestruazione) tra una confezione e l’altra: ebbene, mentre negli Usa vanno fortissimo, noi italiane le snobbiamo abbastanza. Magari in vista di una gara atletica o di una vacanza al mare prendiamo la pillola senza pause per un paio di mesi, in modo da ovviare al disagio del sanguinamento per l’occasione. Ma poi torniamo a voler vedere quel segno tangibile e rassicurante della nostra intima natura. E poi, in questa cancellazione farmacologica della mestruazione “per comodità”, a ben guardare si nasconde anche un messaggio sottile: il mio corpo è più libero nella misura in cui viene reso somigliante in qualche modo a quello maschile, sempre disponibile alla sessualità.
Da “momento no” a ricarica
Perché invece non cogliere le mestruazioni come momento per concentrarci su noi stesse, per riflettere su queste connessioni ancestrali e per prenderci cura di noi, del nostro umor nero, dei nostri crampi, con un altro spirito? Chissà, potremmo uscirne addirittura ricaricate…