LA PRIMA A DIRLO È STATA LA RIVISTA FORBES: I PAESI CHE HANNO MEGLIO SAPUTO AFFRONTARE L’EMERGENZA CORONAVIRUS SONO QUELLI CHE HANNO A CAPO UNA DONNA.
Non è un caso. Perché, come sottolinea il magazine americano, in tempi difficili come questi c’è bisogno, da parte di chi sta al comando, di verità per dire chiaramente qual è il pericolo, di risolutezza nel prendere decisioni anche scomode ma in grado di tutelare la salute pubblica, di tecnologia per raggiungere tutti con messaggi chiari e coerenti. Schiettezza, organizzazione e sano senso pratico di cui tutte le sette leader citate, dalla tedesca Angela Merkel alla islandese Katrin Jacobsdottir – passando per le presidentesse o prime ministre di Danimarca, Norvegia, Taiwan, Finlandia e Nuova Zelanda – hanno saputo dare prova, forse anche in virtù del genere di appartenenza.
Ma a fare davvero la differenza, e a caratterizzare la leadership rosa in questa circostanza, è stato un altro ingrediente, questo sì ascrivibile decisamente all’universo femminile e al materno: l’amore, inteso come empatia e capacità amorevole di prendersi cura dell’altro, di soccorrerlo nel momento del bisogno, di proteggere i più deboli. E allora, a colpire più di altre, è la premier norvegese Erna Solberg, che ha tenuto una conferenza stampa rivolta direttamente ai bambini, rispondendo alle loro domande, senza minimizzare le loro paure, ma spiegando quanto fosse normale sentirsi spaventati. Un uomo ci avrebbe mai pensato?
E viene anche da chiedere: perché non sfruttare pure in Italia la ricchezza che deriva da questa differente visione per ripartire con una marcia in più? Invece, su 17 esperti chiamati a far parte della task force che dovrebbe gestire il dopo emergenza, soltanto 4 sono donne. Per questo virus è andata forte la metafora bellica: come in guerra, noi donne ci siamo trovate in prima linea al pari degli uomini. Non si capisce perché, finita una prima battaglia, dovremmo tornare silenziosamente nelle retrovie. Né si comprende perché tutti noi, uomini e donne, dovremmo rinunciare a modellare, insieme, un futuro diverso. #datecivoce