SI CHIAMA NEGGING. È UN NEOLOGISMO, MA DEFINISCE UNA PRATICA VECCHIA COME IL MONDO, UNA SOTTILE FORMA DI MANIPOLAZIONE EMOTIVA CHE CONSISTE NEL NASCONDERE UNA CRITICA O ADDIRITTURA UN INSULTO DIETRO UN APPARENTE COMPLIMENTO O APPREZZAMENTO.
“Sono sempre stato con donne molto belle, eppure mi sono innamorato di te”; “Bel lavoro! Chi ti aiutato?”; “Sei stata brava a metterti a dieta. Certo, dopo una certa età, i chili persi si pagano con qualche ruga in più”…
Simili “apprezzamenti”, soprattutto se fatti in pubblico, spiazzano inevitabilmente l’interlocutore, che non sa come reagire, pensando di aver frainteso: in fondo si tratta di una lusinga, no?… Ma il manipolatore, che sia un amico o un’amica, il proprio capo, un collega o il partner, sa perfettamente dove sta andando a parare: fa leva sulle insicurezze e un’autostima un po’ fragile per agganciare emotivamente la vittima (perché di questo si tratta).
Si tratta di un meccanismo messo in atto soprattutto dagli uomini nei confronti delle donne, per rimarcare il proprio potere: “Sono così generoso da apprezzarti nonostante i tuoi difetti”. Di fatto, una violenza psicologica che, in un rapporto di coppia, dovrebbe far scattare immediati campanelli d’allarme. Il negging, soprattutto agli inizi di una relazione, andrebbe subito bloccato e rispedito al mittente, perché non promette nulla di buono per il futuro. Impariamo ad ascoltarci, soffermiamoci sul senso di disagio. Ricordando che un complimento seguito da un “ma” non è mai un complimento.