LA PILLOLA È UN OTTIMO CONTRACCETTIVO, MA NON È ASSOLUTAMENTE L’UNICA SOLUZIONE IN CASO DI PROBLEMI OVULATORI. ANZI, NON È PROPRIO UNA SOLUZIONE.

L’ovaio può funzionare male, o addirittura bloccarsi, per molte ragioni: patologie come la PCOS, un forte sottopeso, ma anche un periodo difficile e denso di eventi traumatici. Il nostro corpo infatti funziona come una rete, non sempre se l’ovulazione fa difetto la colpa è direttamente dell’ovaio.
In caso di forte stress, per esempio, cortisolo o prolattina, prodotti rispettivamente dal surrene e dall’ipofisi, possono schizzare alle stelle, sbilanciando il delicato meccanismo riproduttivo.

La pillola agisce mettendo a riposo l’ovaio. Scompaiono così alcuni sintomi collaterali, come per esempio l’acne o l’irsutismo della PCOS, ma come può un corpo che non sa ovulare trarre beneficio da un farmaco che azzera l’ovulazione e mette a dormire l’organo preposto a questa funzione? Quando si sveglierà, al massimo sarà in grado di fare ciò che faceva prima, ossia poco.
Sarebbe un po’ come prescrivere la cura del sonno a un pigrone.

L’ovaio invece è un organo sapiente, che risponde alla seconda legge biologica forte: devi riprodurti (la prima è “devi sopravvivere”). Se è grezzo, come nel caso della policistosi, va educato in modo che impari a svolgere al meglio il suo compito. Dunque niente pillola, ma inositolo (derivato dalle carrube) e cromo picolinato per regolarizzare il ciclo e tenere sotto controllo l’insulino resistenza tipica della sindrome, antiandrogeni naturali come la Serenoa repens che mette a riposo gli ormoni maschili in eccesso, oltre a fitoestratti e ormoni bioidentici. Preso così per mano, l’ovaio saprà andare lontano e fornire energia creativa a un corpo finalmente fertile.

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